Era da diverso tempo che ammiravo sul web foto e video del Viking Kayak Profish Reload. Finalmente, grazie alla sua recentissima importazione in Italia da parte di Bolsena Yachting, ho potuto toccare con mano l’oggetto dei miei desideri. Dopo le prime prove in mare, anche abbastanza intense, posso dire che le mie aspettative non sono state affatto deluse, anzi sono state abbondantemente superate.

Il kayak misura 450 cm in lunghezza e 75 cm in larghezza, con una capacità di carico di 200 kg. Il peso dichiarato dalla casa costruttrice è di 29 kg. Con il tackle pod 31 kg. Nonostante le sue dimensioni generose non ho incontrato alcun problema a movimentarlo a terra. Anche il carico e lo scarico sull’auto mi risultano abbastanza agevoli, si riesce a gestire tranquillamente anche da soli. I maniglioni laterali rigidi facilitano molto la presa. L’ho posizionato sul portapacchi dell’auto alzandolo di peso, senza nessuna difficoltà. La sua forma rende anche molto facile trovare la migliore collocazione sulle barre trasversali. Ovviamente si carica senza tackle pod, questo facilita molto l’operazione e rende il kayak più leggero.

L’allestimento è sensazionale. Quando si è in pesca si capisce subito che è stato progettato da un pescatore che ha svolto egregiamente il suo lavoro. Dubito che si possa fare di meglio. E’ stato inserito tutto al punto giusto, non c’è nulla che non sia a portata di mano e facilmente raggiungibile.  

Il gavone di prua si raggiunge comodamente, basta spostarsi un pochino più avanti dalla seduta per averlo sottomano. Togliendo il coperchio si ha accesso alla parte interna del kayak. Lo spazio verso poppa è quasi completamente occluso dalla forma del tackle pod, quindi qualsiasi cosa che si vada a posizionare al suo interno (che non sia di ridotte dimensioni) non va a disperdersi nel kayak e resta sempre a portata di mano. Lo spazio a disposizione è molto ampio, quindi può essere utilizzato per stivare facilmente tutti ciò che possa tornare utile in mare(dal coperchio fino a prua ho misurato 150 cm di profondità). Volendo può essere utilizzato anche per stivare pesci, anche se di generose dimensioni.

Il kayak è dotato di altri 3 gavoni rotondi che misurano 16 cm di diametro e 16 cm in altezza. Il tappo è a vite ed ha una tenuta stagna, l’ho testato con spruzzi generosi quando l’ho lavato e non è entrata una goccia d’acqua. Il primo si trova davanti la seduta e gli altri due immediatamente dietro. Sono comodissimi per inserire minuteria varia, artificiali, piombi, cellulare, merendine, abbigliamento, ecc. Al loro interno è presente un foro autosvuotante chiuso con un tappo a vite. Quello anteriore è dotato di una vaschetta estraibile.

Adesso è arrivato il momento di parlare della meraviglia delle meraviglie, della comodità delle comodità: il tackle pod! In pratica si tratta di un box rimovibile su cui si può montare eco, trasduttore, batteria e qualsiasi altra strumentazione dovesse necessitare. La sede del trasduttore è molto grande ( 20,5 x 8 cm) e consente di montare comodamente la maggior parte dei trasduttori abbinabili anche ai più potenti ecoscandagli installabili su un kayak. La parte superiore esterna del tackle pod è molto ampia e rende possibile l’installazione di diversi accessori. Si accede al suo interno attraverso uno sportello abbastanza grande e comodo, che alla sua apertura non lascia gocciolare l’acqua che eventualmente si è depositata su di esso. Sopra lo sportello è stato inserito un comodo tagliere in legno con il logo viking impresso a fuoco. Non immaginavo fosse così capiente, può contenere tranquillamente tutta l’attrezzatura che richiede una battuta di pesca, anche se delle più impegnative. E’ molto pratico perché consente di organizzare preventivamente la nostra uscita in mare inserendo al suo interno tutto ciò che serve. Arrivati sul posto non bisogna fare altro che scaricare il kayak dal portapacchi, inserire il tackle pod e si è subito pronti per entrare in pesca con tutto l’occorrente al suo posto. Tutto questo fa risparmiare molto tempo e rende la vita del pescatore “pendolare” molto più semplice e meno faticosa. Questo comodissimo accessorio permette anche di effettuare lavori di installazione e di test delle apparecchiature elettroniche senza avere il kayak al seguito. Ad esempio, possiamo “smanettare” con la strumentazione anche stando comodamente seduti sul divano di casa. Ciò rappresenta una grandissima comodità, soprattutto per chi ha il kayak rimessato in un luogo lontano dalla sua abitazione.

Il pozzetto posteriore è enorme, nella sua parte più larga misura 53 cm. Le sue dimensioni facilitano di molto la scelta della vasca del vivo. Un igloo da 25 lt ci entra abbondantemente. I fori autosvuotanti hanno un diametro di 4,5 cm e danno la possibilità di inserire tranquillamente al loro interno una pompa ad immersione per il pescaggio dell’acqua.

Il kayak è fornito di 6 portacanna di serie. Due anteriori e quatto dietro la seduta. C’è anche da dire che le forme dello spazio di coperta sono abbastanza piatte e consentono di applicare basi per portacanna aggiuntivi in diversi punti, anche se al dire il vero non sono assolutamente necessari. Altro particolare molto interessante è lo spessore del polietilene. Ho effettuato un foro per l’installazione di una base scotty ed ho misurato con il calibro uno spessore di un centimetro!! Ho notato che questa abbondanza è presente soltanto nei punti dove serve, quindi hanno pensato anche a distribuire bene il polietilene aumentando lo spessore solo nei punti critici.

La prova in mare ha superato le mie aspettative. C’è da premettere che il mio kayak è attualmente sprovvisto di timone, ma ciò nonostante sono riuscito tranquillamente a navigare senza nessun problema anche in condizioni di vento e corrente. In traina con il vivo utilizzando un piombo guardiano da 500 gr non ne ho avvertito la mancanza, ho dimenticato di non averlo. Resta però un accessorio indispensabile qualora le condizioni del mare dovessero essere particolarmente impegnative, questo è un discorso che come sappiamo vale per qualsiasi kayak.

Sin dalle prime pagaiate ho subito avvertito un piacevole sensazione di leggerezza, il kayak reagisce immediatamente sin dalle prime spinte. Mantiene bene la rotta e vira molto facilmente, anche senza timone. La prua taglia perfettamente le onde. I dati registrati dal gps sono davvero confortanti. In condizioni normali di mare ho registrato una velocità di crociera tra i 3 e i 4 kt, che sono riuscito a mantenere per lunghi tragitti senza avvertire nessuna fatica. Spingendo si superano i 5 kt. Spingendo come un matto ho toccato una punta di 6.4 kt!!!

La stabilità è degna di un chiattone da pesca, nonostante la sua leggerezza in mare e la sua velocità.

Anche la seduta è stata oggetto di attenta e meticolosa progettazione. La sua posizione è abbastanza ribassata, poco sopra la linea di galleggiamento. La linea della coperta è stata sagomata seguendo l’angolazione delle gambe, che restano comodamente adagiate sul kayak nonostante siano piegate. E’ una posizione comodissima, che consente di restare a stretto contatto con il kayak e ad averne maggior controllo. Solitamente quando si cambia kayak si avverte qualche fastidio dovuto al cambio di posizione, almeno così è stato per me nei miei altri precedenti cambi. In questo caso invece sono stato comodamente seduto sette ore sul kayak senza avvertire nessun fastidio.

Per concludere posso dire di aver finalmente trovato il kayak da pesca definitivo. Veloce, stabile, comodo e con un allestimento appositamente e sapientemente studiato per la pesca. Non necessita di alcun lavoro di “anglerizzazione”. Mi ha permesso di affrontare comodamente sia battute di pesca a traina con il vivo (a pieno carico) e sia battute di pesca offshore ai tonni rossi, con un ottimo margine di sicurezza.

 

Alfredo Yaker